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Questa ricerca intende affermare la continuità del pensiero del Campanella, negata dalla maggior parte della letteratura critica, e l'impossibilità di applicare alla sua dottrina un'esegesi riduzionista a carattere immanentistico; e ciò attraverso l'analisi del rapporto Dio/natura che, più di ogni altro, consente di certificare l'unità speculativa della sua produzione, aliena da suggestioni deiste, materialiste o eterodosse, ed in linea con le istanze del cristianesimo, o meglio, come sovente si esprime l'Autore, con il cattolicesimo romano, scuola di Dio in terra. A tal proposito, si è proposto un itinerario volto a rilevare fin dall'inizio la sistematicità della filosofia dello Stilese, privilegiando il punto di vista teoretico per far emergere le caratteristiche essenziali del suo pensiero, unitamente all'originalità delle sue posizioni speculative, nella consapevolezza che soltanto un'indagine rigorosa e puntuale sia in grado di strapparlo da quell'oblio a cui da troppo tempo la sua statura di filosofo sembra condannata. Considerato l'oggetto di questo studio, filosofia della natura, metafisica e teologia risultano, pertanto, strettamente collegate, giacché pongono in atto un processo di elevazione che dalla comprensione e contemplazione della sapienza divina diffusa nelle cose conduce l'uomo alla cognizione della prima Potenza, della prima Sapienza e del primo Amore costituenti l'Ente sommo, cioè Dio.